Alessandro Manzoni (1785 - 1873) - periodo giovanile

Oscar Testoni, ultima edizione: 18/10/2023

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1785: Alessandro Manzoni nasce a Milano - (7 marzo)

Mater semper certa est.
La madre è Giulia Beccaria, giovane, esuberante, spregiudicata, figlia del marchese Cesare Beccaria, noto illuminista italiano, autore del famoso libretto Dei delitti e delle pene. Del nonno materno Alessandro Manzoni adulto, che ricorda di aver visto una sola volta durante una visita con la madre, conserva grande stima per il coraggio con cui il suo libretto aveva provocato la riforma della legislazione criminale1.
Pater ...
La madre aveva sposato (di necessità2) il conte Pietro (Antonio Pasino) Manzoni, molto più vecchio di lei, discendente da una famiglia originaria della Valsassina, in seguito a unioni dinastiche trasferitasi nel lecchese, dove aveva i suoi possedimenti e dove Alessandro visse la felice infanzia e dove il maturo scrittore inscena il suo romanzo. Ma tale matrimonio ebbe esito infelice3. Giulia aveva già da prima una relazione con Giovanni Verri, fratello minore dei più famosi Alessandro e Pietro, più grande di lei di 17 anni, che secondo Niccolò Tommaseo4 era il vero padre di Alessandro. Il conte Manzoni spirito tradizionalista, riconobbe il figlio e sopì il possibile scandalo5. Quindi il legame di Alessandro Manzoni con la tradizione dell'Illuminismo lombardo non è solo culturale, ma di sangue6, essendo nipote di illuministi sia da parte di madre che di padre. Il matrimonio di Giulia col padre putativo7 di Alessandro termina con la separazione: Giulia va a vivere more uxorio8 a Parigi con quel Carlo Imbonati, figlio del fondatore dell'Accademia dei Trasformati (Giuseppe Maria Imbonati), alla cui nascita Pietro Verri (cofondatore dell'illuministica Accedemia dei Pugni e della rivista Il Caffè) dedicò uno scritto, di cui Giuseppe Parini fu precettore e a cui sempre Parini dedicò l'ode L'educazione.
Istruzione
Alessandro Manzoni, dopo la felice infanzia su quel ramo del lago di Como ..., nei possedimenti dei Manzoni, studia nei collegi religiosi: prima in due scuole dei padri Somaschi (in Brianza e a Lugano) e poi in un collegio dei padri Barnabiti (Milano). Di questi conserva un pessimo ricordo a parte il felice incontro con il padre Francesco Soave, erudito e pedagogista. Da questi tre collegi riceve però una buona istruzione classica. Nella letteratura si rifugiava come consolazione dalla violenza dei compagni e dalle frequenti punizioni degli insegnanti. In particolare per il giovane scrittore fu importante la visita in collegio di Vincenzo Monti, per lui il maggior poeta vivente, un dio.
Le letture che maggiormente lo influenzeranno furono quelle di Parini, Alfieri, Monti e degli illuministi
1a opera giovanile: (1801) Il trionfo della libertà (cantica montiana in quattro canti di terzine) ⇒ GIACOBINISMO: si tratta di una "visione" in cui in un vago oltretomba si presentano la Libertà, la Pace, l'Uguaglianza, l'Amor patrio, che lo guidano in una rassegna di eroi antichi e moderni9. I temi sono l'esaltazione della Rivoluzione francese, la condanna della tirannide politica e religiosa, l'esaltazione del tirannicidio, la celebrazione della battaglia di Marengo, ma anche la deplorazione del risultato di una nuova schiavitù - per il Contini un guazzabuglio di personificazioni - Alessandro aveva 15 anni: Vate trilustre).

Posizioni GIACOBINE
Posizioni NEOCLASSICHE
in POLITICA
in LETTERATURA

1 Gianfranco Contini, Letteratura italiana del Risorgimento - 2 G. Contini, ibidem - 3 ibidem - 4 Niccolò Tommaseo, Colloqui col Manzoni - 5 Hermann Grosser, Il sistema letterario 2000 - 6 Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese, vari titoli, tante edizioni, molteplici annate - 7 Contini, ibidem - 8 Contini, ibidem, 9 Grosser, ibidem.
1801-1805: PERIODO MILANESE
Vincenzo Cuoco
    Incontra Cuoco, Lomonaco e altri esuli napoletani:
  • conoscenza di Vico e Machiavelli
  • la STORIA DEI POPOLI
  • i VALORI DELLA TRADIZIONE
  • il PROBLEMA DEL RISCATTO NAZIONALE
  • superamento del giacobinismo e avvicinamento alle IDEE LIBERALI

sonetto: Autoritratto: riprende gli spunti libertari
    Percorre rapidamente e con successo le tappe della poesia NEOCLASSICA sulle orme di Giuseppe Parini e Vincenzo Monti:
  • quattro Sermoni pariniani, polemici.
  • un idillio: l'Adda

Per il Contini è importante per il giovane scrittore un soggiorno a Venezia del 1803 per la frequentazione dei testimoni dell'ultima libertà veneziana e per l'innamoramento della parlata, così frequentemente ossitona [= accentata sull'ultima sillaba n.d.r.] e sicuramente ispiratrice di quella foneticità arcadico-metastasiana di cui saranno imbastiti a tempo debito gli Inni sacri.
1805-1810: PERIODO PARIGINO
Sentir, riprese, e meditar: di poco
esser contento: da la meta mai
non torcer gli occhi: conservar la mano
pura e la mente: de le umane cose 210
tanto sperimentar, quanto ti basti
per non curarle: non ti far mai servo:
non far tregua coi vili: il santo Vero
mai non tradir: né proferir mai verbo,
che plauda al vizio, o la virtù derida. 215
Il 1805 è una cesura decisiva (Contini): muore Carlo Imbonati e il figlio Alessandro raggiunge la madre a Parigi, che trova un compenso sentimentale nell'affetto, più fraterno che filiale, di Alessandro e insieme vivono il culto del defunto, compendio di virtù, alla cui memoria il Manzoni dedicò sùbito quel Carme che è il primo scritto degno del suo autore. Dall'Imbonati Giulia riceve in eredità la proprietà di Brusuglio.
(1805) Carme in morte di Carlo Imbonati (endecasillabi sciolti):
  • Polemica contro chi fa versi come strumeto di adulazione e di vizio
  • Coscienza meditata e rigorosa dei doveri dell'uomo di lettere attraverso la formulazione di una poetica basata sul rispetto del VERO e sull'IMPEGNO MORALE
  • Vi si manifesta una concezione stoica e dolorosa della realtà
  • Il moralismo precedente è mitigato da una più alta comprensione degli uomini (ora pietosa) che prelude al Manzoni maggiore
    Circoli degli ideologi (opposizione al cesarismo napoleonico):
  • PIANO CULTURALE: illuminismo e sensismo
  • PIANO POLITICO: ideali repubblicani e giacobini della rivoluzione
  • PIANO MORALE: rigorismo e impegno civile e letterario:
Avido lettore, acquisisce una straordinaria conoscenza della lingua francese e una profonda cultura della letteratura, storigrafia e filosofia francese, aprendosi a tutta la letteratura europea.
Stringe amicizia con lo storico e letterato Claude Fauriel:
  • conoscenza approfondita della letteratura francese e di una cultura di respiro europeo
  • chiarezza sulla funzione dell'arte nel quadro di un rinnovamento della società
  • interesse per i problemi psicologici (sensisti)
  • interesse per la storia dei popoli e delle classi subalterne sconosciuta alla storiografia ufficiale

Ma anche attenzione al gruppo di liberali che sorge attorno a Madame de Staël
  • 1807: muore Pietro Manzoni
    1809: Urania, poemetto mitologico: FUNZIONE ETICA E CIVILIZZATRICE DELLA POESIA. Ma la nuova moralità del Manzoni entra in conflitto con le forme neoclassiche. Questo poemetto è il canto d'addio alle stilizzate forme architettoniche del mondo classico.
    Sono scontentissimo di questi versi, soprattutto per la loro totale mancanza d'interesse; non è certo così che bisogna farne; ne farò forse di peggiori, ma non ne farò più come questi
  • 6 febbraio 1808: Alessandro Manzoni sposa a Milano con la benedizione di un pastore protestante2 la giovanissima (classe 1791) dolce Henriette Blondel, svizzera ma nata in Lombardia, cattolica di battesimo ma calvinista di culto, figlia di un industriale e banchiere.
  • 23 dicembre 1808: ad Alessandro ed Henriette nasce Giulia (che poi sposerà Massimo D'Azeglio)
  • 23 agosto 1809: battesimo cattolico di Giulia (il laico amico Claude Fauriel fu padrino)
  • Parigi, 15 febbraio 1810: convalida delle nozze in rito cattolico
  • 22 maggio 1810: abiura di Henriette dal calvinismo e professione della fede cattolica

1. Contini, ibidem - 2. ibidem
1810: CONVERSIONE RELIGIOSA e ritorno a MILANO (Brusuglio)
- la formazione all'impegno morale e una continua ricerca razionale
- il contatto con gli ideologi francesi
- lettura di Pascal e di altri filosofi e moralisti francesi
- la calorosa fede calvinista di Henriette
- la conversione di Enriette al Cattolicesimo
- incontri e guide spirituali (tra cui l'abate Degola e in seguito monsignor Tosi)
➜ un lungo processo di EVOLUZIONE e di MATURAZIONE PSICOLOGICA, un LUNGO TRAVAGLIO RAZIONALE, che lo conducono alla fede (su questo percorso interiore Manzoni mantenne sempre un profondo riserbo su cui nememno i famigliari riuscirono mai a indagare)
Tutto si spiega col Vangelo, tutto conferma il Vangelo
(dalle più tarde Osservazioni sulla morale cattolica)
L'approdo alla fede costituisce per Manzoni non solo e non tanto un approdo sicuro, totale e liberatorio, quanto l'inizio di una nuova ricerca.
Inoltre il cristianesimo di Manzoni non è quello della restaurazione e della Santa Alleanza, bensì un Cristianesimo primitivo, evangelico, aurorale1, libero da ogni compromesso con i potenti del mondo e da ogni forma di esteriore ipocrisia2, un Cristianesimo evangelico di libertà, fratellanza e carità cristiana.
Quanto alle coloriture giansenistiche della fede di Manzoni, queste sono di natura psicologica e non dogmatica (suo pessimismo, su rigore morale, sua consapevolezza dei mali che affliggevano la chiesa): Manzoni rimane nell'ambito dell'ortodossia cattolica.
1812-1815 - Gli Inni sacri: i primi quattro
CONTINUITÀ TRA FORMAZIONE ILLUMINISTICA E CONVERSIONE RELIGIOSA
Ne vengono progettati 12
Ne vengono scritti 4 tra il 1812 il 1815: La Risurrezione, Il Nome di Maria, Il Natale, La Passione
Un quinto dopo una lunga elaborazione: La Pentecoste (1817-1822)
Più il frammento di Ognissanti e il Natale 1833, anno della morte della moglie Henriette
Avvio di una lirica nuova, prima ancora che scoppi la polemica tra innovatori romantici e conservatori classicisti (Baldi)
Per comprendere la novità di questa nuova poesia manzoniana, Baldi ci ricorda quali fossero i modelli poetici dominanti: Monti, Foscolo, il culto del momdo antico, le forme e il linguaggio classici, la mitologia classica come argomento per eccellenza.
    L'Angel del cielo, agli uomini
    nunzio di tanta sorte,
    non de' potenti volgesi
    alle vegliate porte;
    ma tra i pastor devoti,
    al duro mondo ignoti,
    subito in luce appar
    (Natale, XI strofa)

    Perché, baciando i pargoli, / la schiava ancor sospira? (Pentecoste)
  • Destinatario popolare e democrazia evangelica - Manzoni sente l'urgenza morale e sociale di un destinatario nuovo, popolare, che riautentichi nella democrazia evangelica i principi di uguaglianza, di libertà, di fraternità, e riattivi così le attese e le speranze di tutti, ma soprattutto di umanità bassa [...] C'è, da parte del poeta, una partecipazione commossa al dramma antico della schiavitù e a quello moderno delle discriminazioni sociali, mentre invoca un necessario riscatto di cui deve farsi portatore il Cristianesimo nella sua sostanza egualitaria. Certo non si invoca la rivoluzione sociale, ma sicuramente si invoca la democrazia evangelica, il rigore morale primitivo, nella riaffermata dignità degli umili.4
  • La delusione storica meditata su un piano morale e di fede- Gli Inni Sacri rivelano anche una precisa volontà di fornire alla comunità cristiana strumenti per analizzare, dopo le delusioni storiche della Rivoluzione francese e di Napoleone, il percorso umano del riscatto e della redenzione, per meditare sulla storia degli uomni, sulle loro responsabilità morali, sul significato del loro passaggio sulla terra8
  • Coralità: dall'io al noi - Dalla preminenza dell'io eroicamente atteggiato nella poesia alfieriana e foscoliana5 (lo stesso Manzoni aveva scritto un sonetto Autoritratto, come già Alfieri e Foscolo, nel suo periodo giovanile e neoclassico), passa alla poesia del noi6 e Manzoni si propone come semplice interprete corale della coscienza cristiana, si annulla nella comunità anonima dei fedeli che celebrano l'evento liturgico7 (Noi T'imploriam, Pentecoste)
    Sapegno parla di una poesia tutta risolta in racconto e in rappresentazione, aliena da ogni intrusione soggettiva un'esperienza isolata, quasi senza radici e senza seguito apprezzabili nella lirica italiana, anzi una lirica che sarà più giusto chiamare antilirica, che procede cioè in un senso opposto a quello della tradizione petrarchesca, che era la tradizione per eccellenza di tutto il lirismo italiano e di gran parte di quello europeo.
  • Nuove soluzioni strutturali, stilistiche e linguistiche - Manzoni comprende che le vecchie forme stilistiche non possono più contenere il nuvo contenuto, il nuovo destinatario, la nuova funzione comunicativa. Rinuncia dunque alla lirica alta e alla poesia-decoro, per cercare una poesia che aspira a un andamento prosastico, discorsivo, narrativo, corale, che assume movenze da sacra rappresentazione8, ricorre a metri dal ritmo più agile e popolareggiante (settenari, ottonari, decasillabi), versi dal ritmo incalzante, recupera un lessico biblico lontano dalle forme auliche del classicismo senza abbassarsi al prosaico, una sintassi più sciolta. Non sempre questa ricerca di nuove forme stilistiche risulta coerente.
  • Romanticismo/Illuminismo - Il destinatario popolare e la ricerca di una letteratura popolare è consono alla nuova sensibilità romantica, in cui per il Manzoni confluiscono quelle istanze egualitarie della sua formazione illuministica, ora giustificate non più solo sul piano di un diritto naturale, bensì su un piano ancora più alto. D'altra parte l'età romantica, (come già abbiamo visto nella pagina sul Romanticismo) non è omogenea sul piano politico, accanto a un Romanticismo che propugna un ritorno all'Ancien regime, vi è infatti un Romanticismo democratico.
  • Struttura - A parte la Pentecoste la scansione è:
    -- enunciazione del tema
    -- rappresentazione dell'episodio centrale
    -- una parte morale-dottrinale che l'evento suggerisce

Link esterni (Wikisource): Il Natale - La Passione - La Risurrezione - La Pentecoste - Il nome di Maria - Ognissanti -
1-2-3-4 Trerè-Gallegati, Itinerari nella comunicazione letteraria, 1981 - 5. Baldi, Giusso, ..., I classici nostri contemporanei - 6. Trerè, Gallegati, ibidem - 7. Baldi, ...ibidem - 8. Trerè, Gallegati ibidem
1821 - Le Odi civili / storiche
Soffermati sull'arida sponda,
volti i guardi al varcato Ticino,
tutti assorti nel novo destino,
certi in cor dell'antica virtù,
han giurato: non fia che quest'onda
scorra più tra due rive straniere:
non fia loco ove sorgan barriere
tra l'Italia e l'Italia, mai più!
L'han giurato: altri forti a quel giuro
rispondean da fraterne contrade,
affilando nell'ombra le spade
che or levate scintillano al sol.
Già le destre hanno strette le destre;
già le sacre parole son porte;
o compagni sul letto di morte,
o fratelli su libero suol.
Marzo 1821

Ode risorgimentale, nata in un momento in cui pareva imminente un intervento di Carlo Alberto contro l'Austria in cui il tema storico-patriottico e la riflessione etico-religiosa si integrano in modo particolarmente felice (nonostante sia stata criticata sulla sua scarsa efficacia risorgimentale. Infatti ogni risentimento nazionalistico è sublimato in una superiore visione religiosa (Grosser): si fa appello a un Dio che è padre di tutte le genti e che non può permettere l'ingiustizia e il sopruso. Il Contini riporta che Manzoni, fallito il moto piemontese, distrusse per prudenza questi versi tenendoli a memoria fino a riscriverli e pubblicarli nel 1948, quando i piemontesi varcarono davvero il Ticino. La poesia dovette comunque circolare oralmente già dopo la prima stesura, come si evince leggendo il cosiddetto Giuramento di Pontida, nelle Fantasie di Giovanni Berchet (1829)

Oscar Testoni, ultima edizione: 18/10/2023


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