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Genere dei commentari |
- non apparteneva al genere storiografico vero e proprio né l'autore aspirava a ciò
- forse voleva assimilarli ai resoconti ufficiali che i generali periodicamente mandavano al Senato
- forse si tratta di una raccolta di materiale non elaborato che costituiva la fase preparatoria di una stesura definitiva di un'opera storica
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Giudizio di Cicerone sullo stile dei commentari di Cesare |
nudi | recti | venusti |
semplici | schietti | pieni di grazia |
Per Cicerone "nella storia nulla riesce più gradito della
pura | et inlustri | brevitate" |
uso di parole correte e genuinamente latine | chiarezza | capacità di selezionare i fatti più importanti |
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Consapevole allontanamento dal genere storiografico |
- mancanza di una prefazione
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Attendibilità |
- piccole inesattezze, mancanza di errori gravi o grossolane falsificazioni, così da non esporsi a facili smentite: i fatti avevano molti testimoni
- riduzione del linguaggio valutativo e uso di un tono apparentemente oggettivo e impassibile
- la scelta dei fatti, le omissioni (la più eclatante l'omissione del passaggio del Rubicone), ma anche la disposizione e il modo di presentare i rapporti tra i fatti porta a presentarli nella luce più favorevole a Cesare
- uso di artifici abilissimi dissimulati quasi perfettamente, l'uso dell'attenuazione, dell'insinuazione
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Commentarii de bello Gallico
- esigenze difensive (per la maggior parte) che lo hanno spinto alla guerra: consuetudine consolidata dell'imperialismo romano presentare le guerre di conquista come necessarie a proteggere la res publica e i suoi alleati dai pericoli di oltre confine - Cesare si deve difendere dai nemici politici che a Roma lo accusano di avere provocato una guerra senza una giustificazione e solo per potere personale.
- INTERVENTO PREVENTIVO: sin dall'incipit pericolosità di Belgi, Germani e di Elvezi (che costituiranno il casus belli)
- OPERA CIVILIZZATRICE: sin dall'incipit (Belgi estramemente distanti
a cultu atque humanitate provinciae ), il culmine nel discorso di Critognato
Non secondo la Garbarino per la quale la giustificazione del conflitto difensivo-preventivo è quasi un topos senza enfasi tanto ormai Roma era avezza dopo la distruzione di Cartagine a una guerra imperialista di aggressione e conquista.
- Cesare si rivolge anche all'aristocrazia gallica: assicura la sua protezione contro i facinorosi che aspirano alla tirannide sbandierando ideali libertari e indipendentistici
- Ritratto compiuto del grande generale (questo è il vero / unico scopo secondo la Garbarino)
- che identifica la propria gloria con quella di Roma
- che sa sfruttare (o creare) occasioni di guerra
- capace di prevedere e prevenire le mosse del nemico
- ricco di risorse e in grado di affrotare le situazioni più difficili
- sicuro della cieca obbedienza e della profonda devozione dei suoi soldati
58 a.C.
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ELVEZI ➘ EDUI - Cesare interviene in soccorso dei secondi e ricaccia i primi
ARIOVISTO, re degli SVEVI (GERMANI) si insediano in territorio gallico - Cesare ➘ Ariovisto e lo rispedisce oltre il Reno
⤇ necessità di una campagna preventiva in Gallia
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57 a.C.
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I BELGI organizzano una coalizione VS ROMANI
CESARE ➘ BELGI
CESARE ➘ NERVI
CESARE ➘ ADUÀTICI
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56 a.C.
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CESARE ➘ VENETI e altri popoli della Gallia atlantica
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55 a.C.
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due tribù germaniche vengono spinte dagli SVEVI e oltrepassano il Reno
CESARE ➘ GERMANI
Breve excursus sui costumi dei Germani
I spedizione in BRITANNIA
Ritorno e repressione diuna rivolta in Gallia
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54 a.C.
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II spedizione in BRITANNIA - CESARE ➘ re dei Britanni (costringendolo a versare tributi e a dare ostaggi in consegna)
excursus sui BRITANNI
Di ritorno ribellione di popoli nella Gallia belgica
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53 a.C.
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Repressione delle rivolte in GALLIA e ...
... per timore che ad esse si uniscano i Germani, nuova spedizione oltre il Reno
Ampio excursus etnografico su GALLI e GERMANI
CESARE rientra in ITALIA
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52 a.C.
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RIVOLTA GENERALE DELLA GALLIA GUIDATA DA VERCINGETORÌGE, capo degli ARVERNI
BATTAGIA DI ALESIA
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51-50 a.C.
AULO IRZIO
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AUTORE: AULO IRZIO
Sottomissione dei popoli in rivolta
A Roma si fa sempe più intensa l'opposizione del Senato a Cesare |
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Commentarii de bello civili
- Tutti concordano sulla necessità di un'AUTODIFESA - questione della responsabilità della guerra -> scagionarsi dall'accusa di avere scatenato una guerra civile:
- ha intrapreso la guerra a malincuore costretto dai suoi nemici
- non l'ha mai condotta con crudeltà: i nemici erano suoi concittadini
- continui richiami alla sua volontà di pace
- suo comportamento mite e clemente verso gli avversari -> NO LISTE DI PROSCRIZIONE (come aveva fatto Silla*) - NO BAGNI DI SANGUE - Cesare esaltando la propria clemenza vuole rassicurare su questo.
- sistematica denigrazione dei capi avversari: vecchia classe dirigente egoista e corrotta -> "satira sobria" per svelare ambizioni e intrighi (il culmine della satira: campo pompeiano prima della battaglia di Farsalo)
- mentre Cesare è clemente loro sono crudeli e vendicatori
- vanagloriosi:
- militanti incompetenti
- vili e traditori
- avidi e opportunisti
Il bersaglio principale è Pompeo: meschino meschino nelle intenzioni e imbelle di carattere.
Ma è bersaglio anche tutto il ceto senatorio: ipocrisa di Catone o di Lentulo Cure che si riempiono la bocca di parole come giustizia, onestà e libertà, mentre sono mossi da rancori personali o avidità di guadagno.
- si presenta come un moderato, rispettoso delle leggi, non rivoluzionario
Non è presente alcun programm di rinnovamento politico.
Anzi vuole dissolvere l'immagine della propaganda che lo vede come un continuatore dei Gracchi e un Catilina .
Vuole dimostrare di essersi sempre mantenuto nell'ambito delle leggi e di averle difese.
Vuole rassicurare la classe media e benpensante dell'opinione pubblica romana e italica che si sentiva più rappresentata dai pompeiani che dai sovvertitori sociali, vuole rassicurare i POSSIDENTI. È vero che ha dovuto prendere talvolta dei provvedimenti urgenti che difende, ma non intende cancellare i debiti della plebe e dei membri dissoluti della classe senatoria.
- anche qui evidenzia le proprie capacità militari e politiche.
FORTUNA: non divinità cieca, bensì ciò che sfugge alla capacità di previsione e di controllo razionale dell'uomo - Essa è largamente presente per spiegare cambi repentini di situazione.
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- Vi è anche da parte di Cesare la celebrazione dei propri soldati:
- promozione sociale di homines novi fino al rango senatoriale
- consegna dei loro nomi alla memoria dei posteri
* e come torneranno a fare Antonio e Ottaviano
I LIBRO: gennaio - settembre 49 a.C.
1 gennaio 49 a.C. - Senato: lettura di una lettera di Cesare: Cesare e Pompeo depongano contemporaneamente gli eserciti
I consoli (filopompeiani): solo Cesare deponga le truppe
I due tribuni filocesaiani fuggono da Roma.
Nuova seduta: senatus consultum ultimum: decretato lo stato di emergenza -> I consoli e Pompeo sono incaricati di arruolare nuove truppe.
RAVENNA -> RIMINI (per tacer del Rubicone che sta in mezzo)
falliti ulteriori tentativi
-> PESARO -> AREZZO (intanto Pompeo va a Brindisi)
-> ANCONA -> ASCOLI -> BRINDISI (ma Pompeo si è già imbarcato per Durazzo)
-> ROMA: raduna il Senato e propone negoziati
-> SPAGNA: VS Petreio e Afranio che si arrende - Clemenza di Cesare coi vinti
II LIBRO: luglio - ottobre 49 a.C.
Continua l'assedio di MARSIGLIA rimasta fedele a Pompeo.
Resa: Cesare si astiene dal saccheggiarla / qui apprende dela propria nomina a "dittatore"
Intanto in Africa CURIONE, legato di Cesare, vince a Utica contro AZZIO VARO (pompeiano)
ma perde e muore contro GIUBA, re dei Numidi.
III LIBRO: dicembre 49 - novembre 48 a.C.
Cesare -> Epiro
FARSALO (storia nota)
ALESSANDRIA (pure)
perficiendum est
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