494 a.C. |
I secessio plebis
I secessione della plebe |
I plebei si ritirano sul Monte Sacro e successivamente sull'Aventino, rifiutando di prendere parte alla comunità
e soprattutto durante i periodi di guerra la secessione si rivela un'arma fantastica,
perché sottrae all'esercito repubblicano una gran parte dei suoi soldati, mettendo seriamente in pericolo Roma.
Secondo lo storico posteriore Tito Livio apologo di Menenio Agrippa
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I plebei inoltre creano dei veri e propri organi di contropotere: organismi plebei contrapposti a quelli patrizi:
➥ concilia plebis tributa – assemblea della plebe: riservata ai soli plebei, faceva da contraltare ai comizi centuriati basati sul censo: il concilium plebis era aperto a tutti e non era diviso in base al reddito.
Le sue deliberazioni erano detti plebisciti ovvero decreti della plebe
➥ tribunato della plebe – istituito durante la prima secessione del 494 a.C.: erano due tribuni della plebe |
451-450 a.C. |
XII tavole
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Scrittura delle leggi (fino a quel momento solo consuetudini e tradizioni tramandate oralmente) su dodici tavole di bronzo
da parte dei decemviri (dieci uomini: inizialmente tutti patrizi, poi 5 patrizi e 5 plebei) - Primo codice di Roma
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449 a.C.
| II secessione della plebe |
445 a.C. |
Su proposta del tribuno della plebe Gaio Canuleio
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il concilium plebis emana un plebiscito che elimina il divieto di matrimonio tra patrizi e plebei |
409 a.C. |
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Si apre l'accesso a una magistratura minore: la questura (sine imperio)
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367 a.C.
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Leggi Licinie-Sestie
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- riduzione dell'importo dei debiti
- posto il limite di 500 iugeri alla quantità di agro pubblico che un cittadino poteva detenere
- viene concesso ai plebei di accedere alla carica di console
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342 a.C.
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Legge Genucia
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uno dei due consoli doveva essere necessariamente plebeo
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300 a.C.
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legge Ogulnia
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i plebei ottengono l'accesso al pontificato
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Anni successivi |
si concede l'accesso ai plebei alla dittatura e ad altre magistrature
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287 a.C.
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Legge Ortensia
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Valore di legge ai plebisciti votati dai concili della plebe per tutti i cittadini romani (inclusi i patrizi) senza ratifica del senato.
L’assemblea della plebe diventa pertanto a tutti gli effetti un organismo legislativo, autorizzato a produrre leggi valide per l’intera comunità
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